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LO SBUFFO

June 20, 2019

"Le molestie verbali non sono meno dannose di quelle fisiche: entrambe non si riducono al momento in cui avvengono, ma i loro effetti devastanti si insediano nella vittima e la accompagnano costantemente nel corso di tutta la sua esistenza; stravolgono la sua  vita per sempre e  insidiano in lei un senso di non tranquillità quando passeggia per strada da sola.
Si auspica che dalle risposte di Alessia Mammaro, le ragazze acquisiscano una maggior consapevolezza e trovino il coraggio di denunciare pubblicamente le offese subite."

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ROMATODAY

September 25, 2019

"Dal Colosseo al Giardino degli Aranci, ma pure Foro Italico e Piramide: i gessi colorati contro le molestie verbali subite in strada arrivano anche a Roma. A portare nella Capitale il progetto nato a New York su idea di Sophie Sandberg è Alessia Mammaro, 19enne romana e futura studentessa di chimica in Inghilterra. 
La sua è una "missione" contro il cat calling: i commenti indesiderati, i gesti, il vociare e gli apprezzamenti di cattivo gusto, che spesso alludono al sesso, rivolti alle donne (e talvolta anche agli uomini) mentre camminano per strada."

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FANPAGE

February 19, 2020

"L’eco è arrivata fino all’Italia, dove sono nate @catcallsofturin, @catcallsofrome e @catcallsofpalermo. «Sento di doverne parlare per aiutare me stessa», «Hey bellezza, dove stai andando?», «Ma sei nuda?», «Dammi un bacio», sono solo alcune delle decine di frasi tratte dalle storie che molti utenti raccontano sui vari canali social e che poi vengono ricopiate lungo le strade. 

La scelta dei colori vivaci non è causale, ma serve per contrastare la volgarità di quelle espressioni e lo stesso gessetto è utilizzato per non rendere indelebili quelle offese. Che siano fisiche o solo verbali, le molestie restano tali in ogni caso e per quanto si cerchi di dimenticarle, continuano a bruciare e a fare male. La vergogna non è di chi le denuncia con coraggio e a voce alta."

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PERDERSI A ROMA

March 8, 2020

"Chi ha avuto modo di conoscere questo movimento sa bene che porta avanti una battaglia molto vasta che non si limita a cercare di sconfiggere la violenza contro le donne di cui il femminicidio è la tragica punta dell’iceberg, bensì tutte le forme di oppressione che negano di fatto la libertà femminile.

A tal proposito questo 8 marzo ci piacerebbe parlare di una forma di oppressione in passato poco denunciata e in parte derubricata come “galanteria” ieri come oggi. Ci riferiamo allo “street harassment” ossia le molestie verbali e (purtroppo non solo) che le donne sperimentano in strada, sui mezzi e nei luoghi pubblici in generale. L’associazione transanazionale che se ne occupa si chiama “Catcalls of” e a seguire il nome della città. Il gruppo capofila è stato (e non sorprende) CatcallsofNewYork ma da un anno circa esiste un gruppo  CatcallsofRome che raccoglie le denunce delle romane ma anche delle turiste della città."

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CNN

May 2, 2019

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"The problem is widespread. 

A 2014 study found that in the UK, for example, 90% of women say they experienced their first street harassment before turning 17. More than 70% of South African women say they have been followed by men on the street. Almost half the women surveyed in India say someone has exposed themselves to them.

So women around the world are fighting back. They're documenting actual catcalls they've received by writing them in chalk on streets and sidewalks from Boston to Barcelona, then posting them to Instagram."

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MAGAZINE INFORMARE

August 1, 2019

"Un progetto che prende vita nel 2016 con il nome di Catcalls of NYC, pensato per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema delle molestie verbali e che ha preso piede in tutto il mondo.
«I gessi sono spesso utilizzati dai bambini, perciò quando i passanti vedono le nostre scritte sul marciapiede, si aspettano di leggere qualcosa di infantile o divertente», ha dichiarato Alessia, referente della comunità Catcalls di Roma.
«Vengono, invece, colpiti da queste frasi crude, il che costringe colei che non ha mai subito molestie verbali a valutare i due lati del catcalling: com’è visto dal mondo fuori, colorato, innocuo, con le sembianze di un complimento, e come viene invece percepito dalla vittima, in maniera violenta ed inaspettata»."

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FRISSON

January 1, 2020

"La ragazza che a colpi di gessetto sta combattendo le molestie di strada, ci racconta come nasce il suo progetto...

«C'è una forte dissonanza tra il mezzo usato - colorato e giocoso -

e le parole dure che mi ritrovo a scrivere.»

Il 44% delle molestie avvengono principalmente nell'area centrale della capitale italiana.

Il 27% di adolescenti sotto i 13 anni di età sono colpiti da questa tipologia di molestie.

Il 78% di minorenni che generalmente hanno avuto a che fare con molestie riguardanti il catcalling solamente a Roma."

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IL MESSAGGERO

February 29, 2020

 «Scegliamo la frase centrale della molestia, la traduciamo in inglese e la scriviamo coi gessetti nel posto in cui è stata pronunciata». È un format? «In Germania lo fanno in tedesco, in altre parti d'Italia in italiano. Noi sempre in inglese perché molte delle molestie riguardano turiste. All'inizio mi vergognavo e avevo paura di scrivere per strada poi l'ho vinta».
I perché sono la cosa più difficile da raccontare: «Non sono una persona che si mette al centro - dice Alessia - Ma mi capitava spesso di essere offesa e all'inizio ho pensato che fossi io sbagliata, che dessi adito. Un giorno è capitata una cosa più grave e mi sono spaventata davvero. Poi ho visto la pagina New York City (le pagine sono 176 in tutto il mondo, ndr) e ho preso coraggio, superato la sofferenza e dopo è stato più difficile ignorare.».

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TUA CITY MAGAZINE

March 9, 2020

"Nessuno deve sentirsi in diritto di farci sentire vittime ma soprattutto, se accade, è importante sapere che ci sono persone come Alessia e associazioni come Catcalls of Rome che non ci fanno sentire sole, ma parte di una comunità in cui troveremo sempre supporto:

“Alle ragazze che ne sono state vittima dico che ogni reazione ed ogni sentimento sono leciti. Sentirsi persi, sporchi, tristi e arrabbiati è naturale, ed avere il coraggio di dare voce a queste emozioni e rivivere certi eventi non è banale. Alzare la testa e rispondere, o abbassarla ed accelerare il passo perché ci si sente in pericolo sono gesti importanti che dovreste sentirvi in grado di raccontare sapendo che nessuno avrà il permesso di giudicarvi. Siamo qui per accogliervi e fornirvi uno spazio sicuro, informato e anonimo dove ritrovare la voce e la libertà che con tanta cattiveria vi sono state tolte”.

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